Ciuccio: quali problemi ai denti sviluppa?
Il ciuccio rappresenta croce e delizia di ogni neo genitore. Questo perché, da un lato il ciuccio sembra avere poteri magici per il proprio figlio, ma dall’altro, nel lungo termine, può comportare danni alla sua salute orale.
Non si può negare: il ciuccio è uno degli accessori più utili per mamma e papà. Il gesto di dare ai piccoli questo oggetto, ogni volta che piangono e si lamentano, si traduce spesso in un sollievo anche per i genitori, una boccata d’ossigeno. Con la sua forma e consistenza, infatti, richiama il seno materno e la suzione dello stesso risulta per il bambino un momento felice e di conforto, vicino a qualcosa che conosce bene. Così egli in poco tempo si rilassa o addirittura si addormenta, cullato dalla dolce sensazione.
Sembra la soluzione perfetta sia per lui sia per noi, ma a lungo andare infatti il ciuccio può portare danni al palato infantile: questo si svilupperà in modo scorretto con la conseguenza, all’età di 6,7,8 anni, della necessità di utilizzare un apparecchio correttivo, allo scopo di portare alla normalità entrambe le arcate dentali.
E quindi, cosa fare? Come si deve comportare un genitore alla base di ciò? È giusto concedere al bambino il ciuccio di tanto in tanto o è preferibile evitare? Con la lettura possiamo comprendere i danni che un uso prolungato del ciuccio può comportare, quando è il momento di dire basta e come è meglio procedere per la correzione delle arcate dentali se ve ne sarà del bisogno.
Il ciuccio è un bene o un male per i denti del bambino?
Partiamo dalla domanda che tutti gli interessati in seguito alla lettura della premessa si sono posti. Ma il ciuccio fa male ai denti di mio figlio? La verità è che dipende: i danni di malocclusione dentale infantile non sono diretta conseguenza del ciuccio ma invece dell’abitudine viziata di prolungare eccessivamente il suo utilizzo.
Un aspetto da ricordare è che l’utilizzo del ciuccio, durante i primi mesi di vita, rappresenta non solo un piacere per il bambino, ma anche un esercizio: ciò gli consentirà di allenare il meccanismo di suzione e di deglutizione, aspetti di grande aiuto quanto deve mangiare e quando dovrà essere svezzato.
Inoltre, i ciucci di nuova generazione hanno una struttura differente rispetto a quelli in commercio precedentemente. Sono infatti caratterizzati da forma piatta o sferica e perciò adattabili a ogni palato. Oltre a ciò, bisogna ricordare che l’azione di suzione esercitata dal neonato durante il primo anno d’età e negli anni successivi è diversa. Nel primo caso, infatti, l’azione è più leggera, “debole”, nel secondo caso, dopo l’arrivo della masticazione, diventa più incisiva.
È da questo momento in poi che il ciuccio, se utilizzato con grande frequenza e continuità, può comportare danni, con modifiche del palato molto evidenti.
Quest’ultimo tenderà a inarcarsi e ad alzarsi di più del normale, cambiando il processo di deglutizione standard e causando il problema della malocclusione delle arcate dentali. Una posizione errata dei denti comporta anche problemi nell’articolazione delle parole. Il bambino, infatti, potrebbe avere problemi a pronunciare lettere il cui suono proviene dal palato e dalla posizione dei denti, come la D, o la S e la Z o ancora la R.
Da cosa deriva il danno del ciuccio
Ciò che davvero provoca problemi per la salute orale del bambino è che, con la suzione, il ciuccio rimane sempre a contatto con il palato. Durante l’età pediatrica il palato subisce modifiche e movimenti, per consentire la crescita dei denti e, di conseguenza, dell’intero individuo.
L’uso prolungato del ciuccio esercita una pressione più o meno continua sul palato, causandone un posizionamento errato.
Il palato, dunque, si incurva in maniera anomala, come sopra evidenziato, con il conseguente restringimento dell’osso mascellare rispetto a quello mandibolare.
In altre parole, l’arcata superiore risulterà più stretta di quella inferiore. Questo anomalo posizionamento dei denti viene chiamato in gergo tecnico “morso inverso”.
Ciuccio e crescita dei denti: come fare?
Abbiamo compreso che esiste una correlazione tra una malocclusione dentale infantile e l’uso del ciuccio prolungato dopo il primo anno d’età.
E quindi, scaduto questo termine, bisogna separare drasticamente il neonato dal suo ciuccio, oppure no? Anche qui non è possibile dare una risposta che va bene in tutti i casi. Meglio approfondire l’argomento con l’odontoiatra pediatrico in base alla singola situazione del bambino, per capire se è preferibile abbandonare fin da subito l’uso del ciuccio o se può essere ulteriormente utilizzato, ma con le giuste accortezze.
In ogni caso meglio limitarne al minimo l’utilizzo a partire dai 12-18 mesi d’età.
Più l’uso frequente e prolungato del ciuccio avviene dopo questa età e maggiore sarà il rischio di dover indossare degli apparecchi correttivi, ma anche di continuare ad utilizzarli quando il bambino avrà raggiunto l’età adulta.
Consigli per togliere il ciuccio al bambino
Togliere di colpi il ciuccio allo scadere di una data età, risulterà per il bambino un vero trauma, che è certamente meglio evitare.
La soluzione è “ingannare” il bambino, fornendogli un ciuccio di piccole dimensioni che la crescita del palato e del bambino stesso, risulterà sempre meno appagante e piacevole.
Così, nel lungo termine, inizierà dapprima a limitarne spontaneamente l’uso ed infine decidere, altrettanto spontaneamente, di abbandonarlo definitivamente, in maniera del tutto autonoma.
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